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La silenziosa estinzione degli oggetti. La Cow Gum

E ora finalmente ti sniffo la professionalità… Colla tossica, benzina pura. Paradiso dei dispersi nel corso del tempo, miracolava incollando senza aloni e senza macchie disegni tavole ed esecutivi su supporti più rigidi.

Arrivava alla fine… a conclusione di un lavoro, o per presentare al cliente (anche ipotetico…) il proprio “book” (!) di disegni e progetti.

Uno di quei materiali che appartiene al mondo dei grandi… con un sacco di memorie del mondo dei piccoli.
Si pulivano gli eccessi come per anni ci si è pulito il vinavil sul palmo della mano. Stesse pallocche.
Stesso approccio olfattivo – anche se ovviamente differente – della coccoina.

Con la sua paletta bella quasi quanto la colla, e la sua latta metallica, il suo logo e i suoi colori potenti, è stata la regina incontrastata di ogni tavolo da professionista/studio/free-artist. Nel casino la ritrovavi sempre!

Vi ho promesso di non dimenticare.
Vi ho portati in salvo nella memoria.
Voglio tenere tutto stretto, fin dal principio, i dettagli, il caso, il fluire degli eventi. Prima che la distanza offuschi lo sguardo che si volge indietro…

Luther Blisset, Q

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17 commenti su “La silenziosa estinzione degli oggetti. La Cow Gum”

  1. Ho ancora nel naso l’inconfondibile odore del COW GUM. Mio padre, mancato ormai quattordici anni or sono, era un grafico ed io sono cresciuto entrando nel suo studio e nei suoi odori. Ho un armadio dello studio che mantiene quegli odori. Oggi dovevo incollare delle foto in un album e mi è venuto in mente di cercare la colla adatta. Ho trovato voi: magari in qualche scatolone dimenticato ne troverò un barattolo usato. Un saluto. massimo

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  2. Io l’ho trovato in un cassetto. Ogni tanto mi appariva il barattolino, ma non mi decidevo a buttarlo in memoria delle mie passioni fotografiche giovanili. Oggi mi sono deciso ad aprirlo e dopo 25 anni é ancora perfettamente utilizzabile.

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  3. Accidenti. Io da oltre un anno cerco una colla che non bagni i fogli di cartoncino stampati quando li incollo sul compensato provocando dilatazioni e ondulazioni. Una cosa come la vecchia cow non l’ho più trovata. Il nastro biadesivo non è pratico per larghe superfici. Ma perché hanno smesso di produrla?!

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  4. Il suo odore era meglio del caffè, nelle notti a montare la presentazione per il mattino successivo. Lo ammetto, mi mancano, lei, la sua paletta, il suo barattolo così iconico e…tutti i layouts tirati a Pantone.

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  5. Figlio di grafica, l’inconfondibile odore dello studio della mamma, dove giocavo. Ne avevo uno scatolone pieno l’ho abbandonato durante un trasloco, peccato ma non avrei saputo proprio dove metterlo.

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  6. All’estero la vendono ancora, lo so perché sto frequentando un corso sulle tecniche Mixed Media con una community di artisti internazionali, ed a quanto pare in UK ed in Usa questo tipo di colla ha ancora una vita. Chissà perché in Italia certe cose poi spariscono senza un perché. Per chi la volesse, l’ho trovata sul sito di Jackson’s Art, spedita dal Regno Unito. Pero’ potrebbero esserci delle restrizioni sulla spedizione a causa dei componenti della colla.

    https://www.jacksonsart.com/toucan-studio-gum-rubber-adhesive-250ml

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    • Il perché della sua sparizione è dovuto all’uso ristretto nel campo della grafica, praticamente era usata quasi esclusivamente nel campo pubblicitario per i cosiddetti ‘esecutivi’, cioè l’incollaggio di patinate e fotografie su un cartone per costruire un originale da riprodurre: poteva essere una pagina pubblicitaria su riviste o un depliant ecc. Inoltre era sconsigliabile usarla per fissaggi definitivi a lungo termine perché nel tempo tendeva ad arrossarsi, quindi niente libri o carte da conservare. I vantaggi erano la possibilità di spostare i ritagli appena incollati e la facilità di ripulire le sbavature.

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  7. Quanti ricordi… A fine anni ’80 frequentavo una scuola di grafica pubblicitaria a Firenze con studenti provenienti da tutto il mondo e quello è stato uno dei migliori periodi della mia vita! Colla Cow, trasferibili Letraset, carta da disegno Fabriano e Canson, tempere Maimeri, matite Faber Castell… Tutto a mano e niente computer! La Cow funzionava benissimo ma le esalazioni mi facevano venire il mal di stomaco ogni volta che la usavo! Nonostante ciò che bei tempi! Tornerei indietro anche subito.

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  8. Inarrivabile l’ho usata anni 70/80. Dovevo preparare 20 cahiers con buste di plastica infilando fogli A4 con foto. Il primo lo preparai un tardo pomeriggio, il giorno dopo le buste si erano deformate a causa del solvente della Cow. Risolto lasciando asciugare i fogli 24 ore prima di inserirli. Esisteva anche una Lettragum giallognola ma non era paragonabile.

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  9. Manca come tutto ciò che pian piano sta negando tutta una serie di attività manuali che generavano sensazioni tattili, olfattive… e anche di gusto (io da piccolo la coccoina l’ho assaggiata). Di recente nell’ambito di una conversazione tra amici, constatavo la scomparsa del diario scolastico che ha rappresentato per la intere generazioni un vero e proprio spazio creativo… il posto dove appiccicare le ns fantasie … I nostri ideali…. Sogni. Credo che se ad un ragazzino di oggi affidassimo immagini, un barattolo di colla Come ed un quaderno…. non saprebbe nemmeno da che parte iniziare.

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