Tina Anselmi ha solo 16 anni quando nel 1944 viene portata, insieme a tutti gli studenti di Bassano, a vedere 31 uomini impiccati dai tedeschi. Quel giorno capisce che per cambiare il mondo non si può restare a guardare, bisogna agire. In quel momento significa entrare nella Resistenza e rischiare la vita, la prigionia, la tortura.
Con l’incoscienza dei suoi 16 anni, Tina diventa staffetta partigiana.
Arriva la primavera del 1945, l’Italia è finalmente libera. Tina è felice, ma anche consapevole che quella ragazza che ha rischiato la vita per la democrazia, non è più la stessa di qualche mese prima.
Il legame tra Tina e il Veneto resta fortissimo, ma Roma e la Democrazia Cristiana sono sempre più presenti nella sua vita.
Nel 1976 diventa Ministra del Lavoro; è la prima volta che una donna in Italia ricopre questo ruolo.
Qualche anno dopo, nel 1981, è Presidente della Commissione di indagine sulla loggia massonica P2. Di nuovo unica donna in un mondo di uomini. Audizione dopo audizione, Tina scopre gli interessi di un gruppo di potere che ha cercato di governare il Paese in modo occulto, senza passare dalle elezioni o dal confronto democratico. Potrebbe arrendersi, ma ancora una volta, non lo fa.