immagine per Fondazione Bellonci

Tra storia e cultura.

Costruire sistemi di comunicazione per lo spettacolo e la cultura è un mestiere particolare, pieno di soddisfazioni e a volte di sfide complesse. Quella che stiamo affrontando in questi mesi è proprio una di queste sfide capaci di intimorire, perché l’oggetto delle nostre attenzioni è il maggior premio letterario italiano e la Fondazione che ne gestisce le sorti.

Qui c’è la storia della cultura e della letteratura italiana, c’è la memoria dei grandi artisti, letterati e intellettuali che dal 1947 a oggi hanno condiviso idee e trascorso tempo insieme nel salotto letterario più amato e temuto d’Italia.

C’è il lavoro di tante persone che da quel salotto nato dall’iniziativa di pochi amici hanno saputo costruire una struttura che si occupa di promuovere la cultura e la lettura nel nostro paese, soprattutto nelle scuole e con i più giovani.

Stefano Petrocchi, il direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, ci ha chiesto alla fine dello scorso anno di reinventare l’insieme della comunicazione della Fondazione e del Premio Strega. È un lavoro lungo, partito con il sito del nuovo Premio Strega Ragazze e Ragazzi, proseguito ora con il nuovo marchio e il nuovo sito per la Fondazione e che, nei prossimi mesi, si concluderà con la reinvenzione dell’intero sistema di comunicazione web del Premio Strega.

L’aspetto più delicato era quello iniziale, la riscrittura del logo della Fondazione, un logo voluto dalla stessa Maria Bellonci, pieno di significato e di storia, un logo che era la citazione di un affascinante “motto” inventato da Isabella d’Este. Ma il tempo corre e la comunicazione cambia e l’esigenza di farsi capire e riconoscere meglio dai nostri contemporanei mi ha portato a scegliere una strada totalmente diversa e a disegnare un logo che Stefano Petrocchi ha definito leggero e profondo e che a noi sembra attuale, di facile lettura e di grande riconoscibilità.

Qualità che speriamo abbia anche il nuovo sito che, con Giampaola,  abbiamo disegnato proprio per permettere alla Fondazione di comunicare con più agilità e facilità anche con le “generazioni digitali” alle quali principalmente si rivolgono le attività di promozione della lettura in corso negli ultimi anni.

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